sabato 16 maggio 2015

Allarme dello 'Zar' antidroga iraniano: "Armi NATO sempre più spesso in mano ai narcotrafficanti afghani e pachistani!"

Il Brigadier Generale Ali Moayyedi, Capo supremo del Dipartimento Antinarcotici della Polizia Iraniana ha dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata all'Agenzia Tasnim che nel corso degli ultimi anni i corrieri della droga affrontati dai suoi uomini sono diventati sempre più aggressivi e pericolosi, grazie alla sempre più alta disponibilità di armi da guerra ad alto potenziale, tra cui, fattore preoccupante, i modelli in uso nei paesi NATO sono diventati sempre più frequenti e comuni.

Un tempo i trafficanti di oppio semilavorato che entravano nel paese dalle porose frontiere afgana e pachistana erano tutt'al più equipaggiati di residuati dell'invasione sovietica come fucili della serie AK o cloni di armi occidentali costruite artigianalmente nelle officine della zona tribale del Belucistan.

Adesso invece i modelli di armi da guerra NATO la fanno da padrone nei loro arsenali e, con esse, i trafficanti si fanno sempre più audaci e aggressivi, non esitando ad attaccare forze di polizia da cui un tempo avrebbero invece cercato scampo fuggendo.

Alcuni suggeriscono che le armi NATO siano rubate dai depositi delle forze occidentali presenti in Afghanistan, ma tale ipotesi non tiene conto del fatto che le truppe occidentali sono presenti a Kabul e dintorni da fine 2001 mentre i narcotrafficanti hanno iniziato a usarle solo da pochi anni...esattamente da quando la NATO, gli Usa e i regimi dei tiranni arabi del petrolio hanno iniziato a sostenere i terroristi in Siria.

E' quindi altamente probabile che, visti i collegamenti tra Al-Nusra, ISIS e altre sigle takfiro-wahabite con i gruppi qaedisti in Afghanistan, una parte degli armamenti passati a queste prime in funzione anti-siriana arrivi poi ai narcotrafficanti afghani, a cui questi gruppi vendono le armi 'superflue' per una quota dei loro illeciti guadagni.

Terrorismo e droga, le armi dell'Impero del Caos anglo-massonico-liberal-ebraico fin dai tempi di Sassoon e delle Guerre dell'Oppio.

1 commento:

  1. L'intero traffico mondiale di eroina e' gestito alla Cia e all'esercito americano. Ogni anno che passa (da quando truppe Usa e Nato occupano l'Afghanistan) segna un record nella quantità di oppio coltivata e raccolta. Sotto i talebani, tale quantità era arrivata a quote quasi insignificanti. Il traffico di eroniaverso gli Usa e l'Europa viene effettuato dagli aerei militari Usa o Nato privi di qualsiasi controllo, nelle principali basi Nato dei pas
    esi coinvolti in Afghanistan. In europa la maggior parte dell'eroina consumata, arriva passando per il Kosovo, vero e proprio narco-bantustan che gli americani controllano da Camp Bondsteel, la loro gigantesca base militare, da cui hanno il controllo sul Kosovo, e i vertici politici di questo paese sono del tutto conniventi e coinvolti a vari livelli in questo traffico, più o meno come in Afghanistan. Non solo l'eroina dell'Afghanistan, ma tutto l'intero traffico mondiale di drgohe e' in mano principalmente alla Cia e all'Mi5, i cui proventi vengono poi riciclati e ripuliti attravero alcune grosse banche (Hsbc e' solo una di queste) o società finanziarie. Si stima che l'intero traffico mondiale di droghe valga non meno di cinquecento miliardi di dollari all'anno. Considerando che la CIA e' da sempre coinvolta nel traffico mondiale di stupefacenti, sono convinto che quelle armi i corrieri provenienti dall'Afghganistan, le ricevano direttamente dai militari Usa, che gliele forniscono per far si che i corrieri abbiano maggiori possibilità di non venire fermati e catturati (ma penso che venga fatto in modo da poter creare maggiori problemi alle forze preposte di polizia Iraniane) Molti soldati che si trovano in Afghanistan (come succedeva ai militari Usa in Vietnam, Laos, Cambolgia e Thailandia) divengono tossicodipendenti, e molti di questi si portano cospicui quantitativi di droga nei loro paesi, grazie ai voli militari che nessuno controlla (anche perche' i servizi segreti ed i vertici politici e militari dei paesi coinvolti, del tutto consapevoli di questo, hanno tutto l'interesse ad insabbiare la questione e lasciar che vada avanti).

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