martedì 3 marzo 2015

Emerge dossier sudafricano sull'influenza corrosiva di Tel Aviv in Africa: "Guerre e massacri fomentati, sistematico furto di risorse!"

A lungo abbiamo mantenuta alta la soglia d'attenzione verso le manovre distruttive del regime ebraico di Tel Aviv contro l'Africa Nera: "Anti$emi$mo!" gridavano i soliti prezzolati 'A Sei Punte'; ma tutto quel che pubblicavamo era vero e verificato sette volte: sostegno a dittatori cialtroni come Salva Kiir, piani per rubare l'acqua all'Egitto tramite dighe, traffico di armi tramite la mafia ebraica ucraina, tutto controllato, tutto provato, irrefutabile, definitivo.

Adesso emerge un dossier compilato nel 2009 dai servizi segreti sudafricani, che dipinge un quadro completo delle attività sioniste nel Continente Nero, che dimostra chiaramente come quest'entità illegittima e velenosa possa prosperare solo esportando miseria e morte, come un cancro che cresce irraggianndo e innervando metastasi in organi sani.

Il rapporto “Geopolitica del paese e rapporti dei servizi segreti” preparato dall'Intelligence sudafricana nell’ottobre 2009, ha accusato Israele di perseguire “politiche distruttive” in Africa, tra cui:

 – Il mettere in pericolo la sicurezza della fornitura di acqua in Egitto: gli scienziati israeliani, secondo il rapporto, «hanno creato un tipo di pianta che fiorisce sulla superficie o sulle rive del Nilo e assorbe tali grandi quantità acqua da ridurre significativamente il suo volume che raggiunge il bacino idrografico Egitto».

- Rafforzamento della rivolta in Sudan: Israele «sta lavorando duramente per circondare e isolare il Sudan dall’esterno», dice il rapporto, «alimentando l’insurrezione in Sudan». Gli agenti del Mossad hanno anche «creato un sistema di comunicazione che viene utilizzato sia per spiare che per isolare le telecomunicazioni presidenziali». Israele è stato a lungo in disaccordo con Khartoum, ed ha sostenuto il movimento secessionista che ha creato il Sud Sudan, con cui ha rapporti diplomatici. Khartoum continua ad accusare Israele di essere responsabile di attentati in Sudan.

- La subordinazione dei servizi segreti del Kenya: «Come parte del suo safari in Africa centrale, il Mossad aveva fornito informazioni ai kenioti sulle attività di altre reti di spionaggio straniero». In cambio, si legge nel rapporto, il Kenya ha concesso il permesso di installare una sede sicura a Nairobi e ha fornito «un accesso privilegiato ai servizi di informazione in Kenya».

- La proliferazione delle armi di Israele ha «contribuito ad armare alcuni regimi africani e aggravato la crisi in altri, tra cui la Somalia, il Sudan, l’Eritrea e il Sud Africa», si legge ancora nel documento. Oggi, Israele «è alla ricerca di nuovi mercati per la sua gamma di armi» e segretamente fornisce armi ad “alcuni paesi, tra cui l’India, come quelle nucleari, chimiche, laser oltre a quelle che utilizzano tecnologia di guerra convenzionale».

- Appropriazione delle ricchezze minerarie dell’Africa. Israele «cerca di appropriarsi dei diamanti africani», dice il rapporto sudafricano oltre a «l’uranio, torio e altri elementi radioattivi utilizzati per la fabbricazione di combustibile nucleare».

- La formazione di gruppi armati, «i soldati israeliani a riposo sono alla ricerca di opportunità di lavoro come la formazione delle milizie africane, mentre gli altri membri della delegazione hanno facilitato i contratti degli israeliani con le varie bande».

Il Sudafrica libero e democratico post-Apartheid ha un lungo conto da saldare con Tel Aviv, che é sempre stato il partner principale del regime razzista di Pretoria, come abbiamo segnalato nel nostro primo post di questo blog.







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